Proteggere le utility del settore idrico con la sorveglianza intelligente

La fornitura di acqua potabile è senza dubbio un aspetto critico di una società efficiente. Ma è un’affermazione che può apparire addirittura riduttiva: è un fatto spesso rimarcato che un essere umano può vivere più di tre settimane senza cibo, ma solo tre giorni senz’acqua. E sono molti i settori industriali – non ultimo quello della produzione alimentare – che si basano su una fornitura costante e affidabile di acqua.

Le utility responsabili del trattamento e della distribuzione di acqua sono quindi, a ragione, considerate tra le infrastrutture critiche di un Paese, e richiedono il medesimo livello di protezione delle centrali elettriche, della sanità, dei sistemi di telecomunicazione e di tutte le altre strutture essenziali.

La crisi pandemica ha mostrato come, anche nel nostro Paese, l’industria idrica sia stata capace di resistere e continuare a dimostrarsi efficiente anche in condizione straordinarie. Ma questa fase ha anche permesso di accelerare la trasformazione delle imprese verso la completa digitalizzazione sia dal punto di vista delle operations che da quello della sicurezza.

Le sfide e le minacce legate alla protezione dei depositi, delle strutture e dei sistemi legati all’acqua sono uniche e molto particolari, e coinvolgono direttamente la videosorveglianza, il controllo accessi e i sensori connessi, stimolando la trasformazione dell’intera infrastruttura sia dal punto di vista della sicurezza che da quello sanitario.

Il secondo fattore da tenere in considerazione è quello dei rischi informatici. Una minaccia alla quale le utility sono sempre più esposte. Come ha recentemente sottolineato Alessandro Marangoni, direttore scientifico di Top Utility, sono tre i motivi dell’escalation di attacchi informatici alle utility: la loro natura di bersaglio sensibile, in primo luogo. Il carattere obsoleto di alcune delle infrastrutture, scarsamente o per nulla protette, in secondo luogo. Infine, il fatto che un attacco a un’utility ha un bassissimo costo di esecuzione ma può generare danni elevatissimi, rendendole un bersaglio conveniente rispetto ad altre infrastrutture critiche.

Nel corso di questo articolo affronteremo le principali minacce e scopriremo insieme come la tecnologia può aiutare le utility idriche a dimostrarsi resilienti anche in futuro.

Difendere diversi tipi di strutture

Ogni Paese dispone oggi di migliaia di strutture dedicate alla gestione di acqua potabile e di acque nere, dai depositi che contengono le riserve idriche agli impianti di raccolta, trasporto e trattamento, spesso posti in zone remote. Ciascuno di essi dovrà rispondere a requisiti di sicurezza, safety e monitoraggio molto specifici e posti su scala molto differente.

Se tutte le strutture di gestione dell’acqua svolgono un ruolo importante, solo alcune di esse sono considerate critiche da parte dei regolatori. Questa definizione dipende da un semplice assunto: un’interruzione significativa nelle loro operazioni, o la contaminazione della propria fornitura, rappresenterebbe un rischio immediato per i cittadini, l’azienda e il tessuto produttivo stesso. Di conseguenza, queste strutture devono essere dotate di sistemi di sorveglianza di rete e di soluzioni di sicurezza, e devono disporre di un team di pronto intervento direttamente sul posto.

Spazi e aziende più piccole solo in casi molto rari possono dotarsi di personale dedicato alla sicurezza. In questi casi i site manager sono spesso responsabili di più strutture, dislocate su un territorio anche molto ampio, e hanno altre attività da svolgere oltre alla supervisione e al controllo. È proprio in questi contesti che le moderne tecnologie di sorveglianza, combinate con gli appropriati software di automazione, possono aiutare le aziende a garantire sicurezza e protezione assicurando, al contempo, efficienza operativa e risparmio sui costi.

A questo proposito, con riferimento a stabilimenti e strutture poste in aree remote, è importante sottolineare che le soluzioni di sorveglianza di rete non necessitano di una connessione stabile alla rete internet. Come abbiamo osservato in un articolo dedicato alle utility, possono essere utilizzate attraverso una LAN o adottando protocolli specifici di comunicazione per trasmettere solo i dati necessari ai centri di controllo, come ad esempio il LoRaWAN.

La difesa dalle intrusioni

Sono molte le ragioni per cui l’ingresso di persone non autorizzate all’interno di una struttura di gestione dell’acqua sia indesiderabile. Anche se non si tratta di malintenzionati – pensiamo ad esempio a escursionisti che si muovano al di fuori dei sentieri tracciati – ognuno di essi porta con sé dei rischi dal punto di vista della sicurezza. E se pensiamo alle conseguenze che potrebbero essere causate da un atto vandalico o dalla contaminazione delle riserve idriche, è evidente come sia fondamentale prevenire qualunque accesso, cominciando da un’efficace difesa del perimetro.

Le telecamere di videosorveglianza intelligente oggi disponibili – dotate di potenti sistemi di analisi installati a bordo camera – offrono a questo proposito molte potenzialità.

Le analitiche dedicate alla protezione del perimetro possono ad esempio riconoscere eventuali violazioni, allertando gli operatori e il personale di sicurezza nel momento in cui una determinata soglia viene attraversata da una persona o da un veicolo. Telecamere termiche o radar possono poi essere utili per mantenere un alto livello di protezione anche nelle ore di oscurità o in condizioni meteo difficili.

Combinando la videosorveglianza con sistemi audio di rete come gli altoparlanti, le telecamere possono attivare automaticamente l’invio di messaggi pre-registrati per avvisare persone che hanno distrattamente violato il perimetro di una zona protetta. Una funzione che può anche agire come deterrente per chi si è avvicinato con intenzioni meno innocenti. Il personale di sicurezza può anche essere allertato in caso di eventuali incidenti attraverso l’invio di messaggi sui loro cellulari o in sale di controllo centralizzate, dando loro la possibilità di osservare in tempo reale cosa sta avvenendo attraverso le riprese dalle telecamere e di adottare le contromisure adeguate.

Ma i malintenzionati cercano sempre nuove modalità per raggiungere i propri obiettivi. I rischi per le infrastrutture idriche sono reali, e le conseguenze dello sversamento di una piccola quantità di materiale contaminante in un bacino possono essere catastrofiche, compromettendo l’intera riserva di una città o di una provincia. Un crimine che può essere oggi compiuto utilizzando un drone e che deve essere evitato adottando strumenti di sicurezza capaci di identificare eventuali velivoli presenti nell’area.

 

Gestire gli accessi autorizzati alle strutture

Naturalmente vi sono molte persone e organizzazioni che devono avere la possibilità di ottenere l’accesso, quando necessario, a queste strutture. Si tratta spesso di lavoratori esterni all’azienda che le gestisce, operai impegnati nella manutenzione o responsabili di altri siti di trattamento. Anche in questo caso, il fatto che un piccolo numero di site manager debba controllare molte strutture può creare grandi inefficienze qualora la sua presenza fisica sia richiesta per permettere l’accesso a visitatori e lavoratori.

In queste circostanze, la combinazione di diverse tecnologie di controllo accessi può garantire che l’ingresso sia permesso solo a coloro che dispongono di un’autorizzazione, permanente o valida per una singola visita. Il riconoscimento targhe può essere adottato ai cancelli di accesso per assicurarsi che i veicoli in avvicinamento abbiano il diritto di entrare.

Va sottolineato, però, che riconoscere un veicolo non comporta la certezza che la persona che lo stia guidando sia a sua volta autorizzata. Per ovviare a questo rischio si sta diffondendo sempre di più l’utilizzo dei QR code, che aggiungono un ulteriore livello di verifica e possono essere integrati con il sistema di riconoscimento targhe: il conducente di uno specifico veicolo riceverà sul proprio cellulare un QR code da mostrare al punto d’ingresso.

Il doppio controllo su targa e QR code permette una verifica sicura grazie all’intervento sincronico di due tecnologie completamente contactless che hanno, per ovvie ragioni, acquisito una certa importanza durante la recente pandemia.

Le tecnologie automatizzate di controllo accessi aumentano l’efficienza nella gestione delle strutture, riducendo la necessità di avere personale sempre presente sul posto ogni volta che un ospite deve accedere. Ma sono utili anche per verificare che le operazioni si svolgano nel modo corretto e che le linee guida sulla sicurezza fisica e sulla safety siano rispettate. Ancora una volta, la videosorveglianza e le analitiche svolgono un ruolo centrale in queste attività.

 

Verifica video di eventi e incidenti

Quando ci si trova all’interno di uno stabilimento idrico, è fondamentale che il personale rispetti le regole e le best practice previste dall’azienda. Se le registrazioni video possono essere estremamente utili per indagare sugli incidenti una volta avvenuti, prevenire è sempre meglio che curare. È sotto questo aspetto che le analitiche video mostrano tutto il loro potenziale: esse permettono, infatti, di riconoscere se il personale sta utilizzando correttamente i dpi necessari attenendosi alle regole, inviando messaggi audio (registrati o in tempo reale) in modo automatico come promemoria o in caso di violazioni.

La videosorveglianza può essere utilizzata anche per monitorare le operazioni, per verificare il loro completo e corretto svolgimento. A livello individuale, le body cam stanno a questo proposito diventando un mezzo molto diffuso non solo per verificare l’attività in corso, ma anche come strumento formativo.

 

Oltre il livello fisico: la cybersecurity

È oggi quasi scontato sottolineare che ogni operatore di un’infrastruttura critica debba essere consapevole dei rischi di attacchi informatici. Che si tratti di qualcuno che cerca di estorcere un riscatto per non danneggiare l’impianto, o di chi intende creare problemi ancora più gravi a una città o una regione, i criminali e i terroristi sono sempre alla ricerca di debolezze o opportunità per prendere il possesso delle infrastrutture critiche. Le utility del settore idrico non fanno eccezione.

È dunque essenziale che le best practice in tema di cybersecurity siano seguite per ogni tecnologia connessa presente in questi stabilimenti. Ogni debolezza può infatti essere sfruttata dai criminali per trovare la propria strada all’interno dei sistemi di gestione di un’infrastruttura critica.

 

Cosa c’è di più importante della protezione dell’acqua?

L’acqua è una delle più importanti sostanze sulla terra e, se consideriamo che costituisce più del 60% del corpo umano, è forse opportuno definirla come la più importante. Il termine “infrastruttura critica” è stato raramente più appropriato per descrivere la sua rilevanza.

Le strutture che ci forniscono l’acqua meritano dunque di essere protette con la tecnologia più efficace sia dal punto di vista della sicurezza che da quello sanitario, a prescindere dalla loro dimensione e dalla loro ubicazione. E se la medesima tecnologia può essere utilizzata anche per ottimizzare l’efficienza operativa della struttura, tutti ne beneficiano.

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