Chiunque abbia vissuto in una grande città, o l’abbia visitata, comprende molto bene le difficoltà che esse presentano quando ci si sposta in automobile. Ogni giorno, le persone passano gran parte del proprio tempo sulla strada cercando un posto dove parcheggiare: tempo prezioso sottratto al lavoro, alla famiglia e alla vita personale. Trovare un parcheggio prima di un incontro importante, o avendo un bambino stanco o affamato sul sedile posteriore, possono rivelarsi situazioni molto stressanti. La frustrazione degli automobilisti è spesso conseguenza di un’imperfetta gestione dei parcheggi, e può sfociare in conseguenze estremamente più serie.

Un tema che le città devono affrontare urgentemente.

Nell’ultimo decennio si è verificata una costante crescita di popolazione nelle aree urbane: una tendenza che non cambierà nei prossimi anni. Infatti, si prevede che nel 2050 la popolazione mondiale residente in città aumenterà a più di 6,4 miliardi. Di conseguenza, anche il numero delle automobili crescerà, rendendo le città sempre più intasate e la domanda di parcheggi raggiungibili e funzionali ancora più elevata.

Nelle smart city, applicazioni e archivi di dati possono essere connessi per migliorare l’accessibilità generale di una città e per usare in modo più efficiente i parcheggi presenti. Questa ottimizzazione, tra l’altro, non impone alle città di investire somme enormi in nuove tecnologie: le soluzioni di sorveglianza già esistenti possono infatti essere utilizzate per affrontare i problemi di parcheggio e ottenere grandi risultati.

 

I parcheggi: un fattore apparentemente da poco, ma con un grande impatto sulla vivibilità

I trasporti sono uno dei fattori più importanti nella vivibilità percepita di una città e, per coloro che utilizzano un’automobile, disporre di parcheggi accessibili è essenziale. Un concetto valido per i residenti, i visitatori e gli autisti di corrieri e mezzi per le consegne. Una gestione dei parcheggi mediocre genera stress e inefficienza e impatta negativamente sul traffico cittadino, dal momento che i veicoli si muoveranno più lentamente lungo le strade alla ricerca di un parcheggio libero. Inoltre, una simile situazione può portare alcuni guidatori a optare per parcheggi illegali (fuori dagli spazi contrassegnati, sul marciapiede, in posti riservati e così via). Una pratica che non è solo fastidiosa: nel caso in cui mezzi di emergenza come un’ambulanza dovessero rimanere bloccati, potrebbe causare conseguenze molto gravi.

Una cattiva gestione dei parcheggi ha anche impatti negativi sull’ambiente. Le auto che si muovono lentamente lungo le strade e gli autisti dei corrieri che lasciano i motori accesi mentre parcheggiano illegalmente provocano ulteriore congestione e aumentano il rischio di incidenti, contribuendo a peggiorare l’inquinamento, la qualità dell’aria e i livelli di rumore.

 

Una ricetta per parcheggi di successo 

La soluzione per la gestione dei parcheggi in città può giungere dall’integrazione di videosorveglianza, raccolta di dati e loro analisi.

Le telecamere di sorveglianza di rete – spesso già implementate nella maggior parte della città – possono essere potenziate con specifiche applicazioni analitiche capaci di avvertire le forze dell’ordine di una violazione nelle regole di parcheggio e al contempo di guidare gli automobilisti verso i posti liberi.

Zone di rilevamento predefinite possono attivare allarmi automatici nel caso in cui un veicolo non autorizzato si fermi troppo a lungo in una stessa posizione. Gli allarmi sono inviati alle autorità o alle forze dell’ordine che possono così verificare quanto avvenuto e intervenire per liberare aree potenzialmente importanti o critiche. Le telecamere non solo rilevano le violazioni, ma permettono anche di prevenire traffico e ingorghi.

La combinazione di software di analisi e telecamere di videosorveglianza può essere utilizzata per identificare parcheggi liberi e, se queste ultime sono connesse con un’app per la navigazione, possono guidare in modo efficace i guidatori per trovarli. Questa modalità di gestione dei parcheggi può far risparmiare tempo, ridurre congestioni del traffico e migliorare l’esperienza dei residenti e dei visitatori.

Ulteriori miglioramenti possono giungere dai dati e dai sistemi connessi. Per esempio, in combinazione con applicazioni mobili di pagamento e un software di riconoscimento targhe, i sistemi di gestione dei parcheggi possono essere utilizzati per pagare automaticamente la sosta. Anche in questo caso, ciò comporterebbe un vantaggio in termini di tempo, ad esempio quando si lascia un parcheggio pubblico, e renderebbe questo processo più semplice per gli automobilisti.

Il riconoscimento delle targhe renderebbe anche possibile individuare le auto prive dei permessi appropriati per specifiche aree di parcheggio – nel caso in cui questi permessi siano collegati ad una targa – o posteggiate in altre zone riservate. Una volta riconosciuti, sarebbe possibile invitare i guidatori a lasciare la posizione o rimuovere i veicoli.

Attraverso l’analisi di dati storici o raccolti in tempo reale sarebbe inoltre possibile prevedere i periodi di picco di alcune zone della città e prepararsi in anticipo, ad esempio aprendo nuove aree di parcheggio o informando gli autisti dell’assenza di posti disponibili, invitandoli a utilizzare gli spazi presenti in altri quartieri. In questo modo, la distribuzione delle auto potrebbe essere controllata in modo più efficace, evitando che un automobilista debba raggiungere il parcheggio pubblico prima di scoprire che è completo, causando frustrazione e ulteriori ingorghi.

 

Un obiettivo raggiungibile

Una gestione efficace dei parcheggi è essenziale in città sempre più affollate e congestionate. Può aiutare a ridurre gli incidenti e le violazioni delle regole, ad aumentare la sicurezza sulle strade, a ridurre lo stress e a migliorare l’ambiente: tutti fattori che contribuiscono ad una migliore qualità della vita. Ed è un obiettivo facilmente raggiungibile, dal momento che molte città dispongono già dell’infrastruttura e della tecnologia necessarie per ottenere questi vantaggi.

 

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Questo articolo è apparso originariamente in lingua inglese sul blog globale Secure Insights.