La migrazione dall’analogico all’IP non è un problema

Un vademecum per il mantenimento della sicurezza durante una migrazione da un sistema analogico ad un sistema IP: avvio, gestione del percorso e vantaggi del cambiamento

 

Molte volte, quando parlo di migrazione dall’analogico all’IP con utenti finali appartenenti al mondo delle imprese, mi accorgo che essi condividono le mie stesse preoccupazioni: sono consapevoli che le nuove tecnologie e le nuove piattaforme possono migliorare i loro sistemi di sicurezza e di efficienza, sanno che  con l’utilizzo di applicazioni intelligenti potrebbero andare oltre alla normale videosorveglianza, ma sono anche coscienti del fatto che il loro mondo è costituito da una serie di sistemi differenti, scollegati gli uni dagli altri, che funzionano tramite protocolli proprietari – se volessero passare ai nuovi sistemi, la paura di un cambio radicale sarebbe maggiore della voglia di migliorare.

Le problematiche principali comuni quando valutano di avviare un percorso di migrazione sono:

  • Come gestire il budget? Pensano ai costi strutturali, a quelli per la coordinazione, per la manutenzione e per l’aggiornamento del sistema. In un mondo ideale, il cliente che voglia aggiornare il proprio sistema dovrebbe sostituire contemporaneamente tutti gli elementi differenti con una nuova tecnologia. Sfortunatamente, questa è una visione ottimistica, in quanto il budget disponibile è solitamente limitato alle spese di manutenzione – nessun incremento di budget, ma un investimento continuo per la manutenzione di sottosistemi spesso obsoleti.
  • Che impatto avrà la migrazione sul cablaggio, sui sensori, sui sistemi di antiintrusione e rilevazione incendi, sul controllo degli accessi, sui citofoni e sull’audio? Come integrare tutto? È il caso di considerare una larghezza di banda più ampia?
  • Tempo: quanto tempo impiegherà il processo? Che impatto avrà sull’operatività giornaliera? Quanto tempo sarà necessario per cambiare i sensori in particolare se sono installati in una posizione difficile da raggiungere? Meglio farlo durante il giorno, interferendo con l’operatività, o di notte, con probabili costi maggiori?
  • Il sistema verrà accettato facilmente dai dipendenti? Avranno bisogno di formazione? Come? Come mantenere le persone aggiornate, in una modifica dell’ambiente di lavoro?
  • Quanto una soluzione IP è sicura a livello informatico?

Cerco sempre di smitizzare la complessità di tale migrazione analizzando le differenti alternative hardware e software, incoraggiando gli utenti finali a progredire verso un nuovo livello di prestazione e di integrazione, facendo sì che i vecchi e i nuovi sistemi coesistano in modo efficiente, senza alcuna interruzione di servizio. Se affrontato gradualmente, con un piano e con gli strumenti giusti, il processo può essere semplice e senza ostacoli – sicuramente non così problematico come si è portati a pensare.

 

Quindi, come garantire una migrazione serena?

Una delle opzioni migliori è adottare un “PSIM – Physical Security Information Management”, un software che fornisce una piattaforma che permette di integrare diverse applicazioni e dispositivi di sicurezza non collegati tra loro, controllandoli tramite un’interfaccia utente completa; questa capacità di collegare e correlare eventi da dispositivi diversi e da diversi sistemi di informazione ( video, audio, controllo accessi, sensori allarme, rilevatori intrusione, sistemi analitici…) può rendere possibile, veloce ed efficiente identificare e proattivamente risolvere situazioni, sembrando una buona alternativa se paragonata alle piattaforme software esistenti.

Lo PSIM permette di utilizzare tecnologie aperte, compatibili con molti produttori, offrendo maggiori opportunità di espansione e rendendo possibile la riduzione dei costi di applicazione tramite un miglior utilizzo delle strumentazioni esistenti.

Tale approccio ha effetti positivi anche sugli aspetti fisici/strutturali della migrazione: non sarà necessario rimuovere i cavi presenti e sostituirli con cavi nuovi; i media converter (dalla fibra a ethernet, dal cavo coassiale a ethernet) – così come i codificatori video – possono aprire la porta a tecnologie IP, come videocamere, altoparlanti e videocitofoni. Per quanto riguarda la manodopera e i relativi costi, la sostituzione di un cavo è molto più costosa dell’utilizzo di ricetrasmettitori (transceivers) i quali, in conformità all’Accordo Multisource SFP (MSA), possono essere facilmente installati in qualsiasi momento. Inoltre permettono di utilizzare la distribuzione delle informazioni semplificando il sistema: in un ambiente analogico, c’è il cavo dell’alimentazione, il cavo del video – e quando sono utilizzate le videocamere PTZ, vi è il cavo dedicato: con i nostri sistemi, è sufficiente un semplice cavo RJ45! In alternativa è possibile utilizzare un cavo ethernet e un media converter, per poter utilizzare una telecamera megapixel al posto di una analogica. La larghezza di banda non è un problema: gli switches, la LAN non andranno a influenzare il risultato generale del consumo della banda, in quanto le tecnologie di compressione esistenti come H.264 e Axis’ Zipstream permettono di utilizzarlo solo quando se ne ha bisogno.

Anche il personale ne avrà dei benefici: l’interfaccia utente dello PSIM è totalmente personalizzabile, quindi facilmente adattabile alla esigenze dell’azienda.

Riguardo le problematiche di cyber security, sarà sufficiente seguire le corrette misure di prevenzione e mitigazione attraverso l’utilizzo di firewall, VPNs e una regolare procedura di cambio password per essere protetti da attacchi esterni. Alcune società sono particolarmente focalizzate sulla sicurezza informatica: “Partners in protection” è il “mantra” di Axis e l’azienda fa quanto possibile per mitigare i rischi.

Naturalmente, l’applicazione PSIM richiede un elevato livello di specializzazione. E qui i vantaggi delle tecnologie aperte: grazie a VAPIX e ai protocolli standard, come ONFIV e SIP, è più semplice avere a che fare con questo elevato livello di specializzazione piuttosto che ottemperare a quanto necessario per la migrazione. Questa apertura architettonica rende possibile anche risparmi futuri, pertanto lo PSIM rappresenta anche un investimento a lungo termine.

Controlli maggiori, più consapevolezza della situazione, riduzione dei falsi allarmi sono i principali benefici ottenibili; i costi sono ridotti grazie a una miglior efficienza e la sicurezza aumenta grazie a una maggiore informazione: questa è la conclusione a cui gli utenti giungono quando decidono di condividere le loro problematiche – ed e una cosa apprezzo moltissimo – i cambiamenti partono dal confronto, e io credo realmente che i cambiamenti siano alla fine vantaggiosi.