Telecamere Explosion-protected, explosion-proof e flame-proof. Qual è la differenza?

Ammettiamolo: il settore tecnologico può diventare terribile nella sua capacità di creare e utilizzare un gergo che sembra pensato apposta per confondere anziché spiegare.

Nel nostro ambito, ci sentiamo spesso rivolgere una domanda: “qual è la differenza tra una telecamera explosion-protected, explosion-proof e flame-proof?”

In realtà, la risposta dovrebbe essere “non c’è una grande differenza”. Tutti e tre i termini si riferiscono alla stessa cosa: telecamere progettate per mitigare ogni rischio che la telecamera stessa causi un’esplosione.

Fare chiarezza sulla protezione dalle esplosioni

La confusione è perfettamente comprensibile. “Explosion-proof” potrebbe essere mal interpretato, come se la telecamera sia progettata per resistere a un’esplosione e mantenere l’operatività anche in condizioni estreme. Un fraintendimento che si applica anche alla definizione “flame-proof”. Ma pur considerando la differenza nei tipi e nelle dimensioni di esplosioni e incendi, sarebbe incredibilmente difficile garantire un simile tipo di resistenza. Inoltre, bisogna sottolineare che anche supponendo che una telecamera sappia resistere a un’esplosione, il suo supporto potrebbe non esserne in grado. Una circostanza che di fatto eliminerebbe il vantaggio ottenuto.

È questa la ragione per cui, in Axis, utilizziamo il termine “explosion-protected”.

Meglio prevenire che curare

Gli ambienti che presentano un concreto rischio di esplosione sono probabilmente più comuni di quanto possiate pensare. Dal settore Oil&Gas all’allevamento e alla produzione alimentare; dalla chimica industriale alla lavorazione del legno, sono molti gli spazi a rischio dove la presenza di liquidi, gas o polveri facilmente infiammabili richiede costante monitoraggio e sorveglianza accurata.

In questi ambienti è sufficiente che una scintilla tocchi i materiali presenti per generare gravi conseguenze. E questa scintilla può essere generata dai dispositive elettronici presenti sul posto. Le telecamere explosion-protected sono racchiuse in un robusto alloggiamento, di alluminio o acciaio inossidabile, certificato per contenere ogni possibile scintilla generata dalla telecamera.

È proprio qui che spesso emerge un’altra incomprensione nella terminologia di sicurezza. Quando si parla di dispositivi explosion-protected, si utilizza spesso il termine ‘sicurezza intrinseca’. La dicitura completa – “EX i intrinsic safety” – si riferisce a un approccio alla protezione dalle esplosioni molto specifico nel quale la quantità di energia elettrica all’interno del device è mantenuta al di sotto della soglia necessaria per generare una scintilla o per surriscaldare il dispositivo. Tipicamente però le telecamere di sorveglianza sono troppo complesse e richiedono troppa energia per adottare questo approccio. Quando invece è l’involucro a garantire la protezione, come nel caso delle nostre soluzioni, si parla di approccio “Ex d”.

Ci sembra molto improbabile che il settore della sorveglianza renda la nostra terminologia explosion-protected uno standard internazionale, anche perché la dicitura utilizzata è soggetta a molte variazioni regionali. Il Codice elettrico nazionale della National Fire Protection Association nordamericana stabilisce che il termine usato oltreoceano è “esplosion-proof”, mentre il sistema IECEx (da cui dipende anche la Direttiva ATEX dell’Unione Europea) predilige invece “flame-proof”.

In ogni caso, ciò su cui tutti possiamo concordare è che una maggiore consapevolezza dei benefici dei dispositivi explosion-protected possa esser estremamente positiva per moltissimi settori.

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Telecamere explosion-protected