Perché il ruolo del Security Manager oggi è così importante?

L’industry 4.0 è il fulcro della grande rivoluzione industriale dei nostri tempi.

Con questo termine ci si riferisce a quel processo interno alle imprese che vede la raccolta, l’analisi e l’elaborazione dei dati al centro di ogni decisione aziendale, con l’obiettivo di ottimizzare i processi produttivi, migliorare la collaborazione tra dipendenti, ridurre i rischi in termini di safety&security e, in generale, rendere più efficienti le operazioni aziendali.

Un contesto che rende ancora più importante la collaborazione tra le diverse funzioni e il definitivo superamento della mentalità silos che ancora caratterizza alcuni campi.

Le informazioni raccolte e le best practice sviluppate in ciascun ambito dell’attività aziendale devono essere messe a fattor comune per permettere una valutazione strategica delle performance e assessment più accurati sulle azioni da intraprendere.

Questo scenario assegna alla figura del Risk & Security Manager un compito fondamentale: quello di contribuire all’utilizzo ottimale dei finanziamenti previsti dal Piano Nazionale Transizione 4.0 del Ministero dello Sviluppo Economico non solo nel campo della protezione e della gestione del rischio ma, più in generale, in quello delle applicazioni che queste tecnologie, sviluppate e testate nel campo della sicurezza, possono offrire oggi alle aziende.

Adattarsi a un contesto in continuo cambiamento

Chi si occupa di security e gestione del rischio sta assistendo a una vera e propria rivoluzione dell’ambito in cui opera. Basti pensare al fatto che, se finora i dispositivi potevano essere semplicemente controllati da remoto, oggi sono in grado di dialogare autonomamente con il cloud e raccogliere dati e informazioni importanti, che possono essere approfondite e utilizzate per diverse finalità strategiche e operative.

Il ruolo del Security & Risk Manager è certamente tra quelli che stanno evolvendo più marcatamente negli ultimi anni. Alla fine del 2020 Giuseppe Mastromattei e Pietro Tonussi, in questo articolo, evidenziavano l’inizio di un trend nel mondo retail: la centralità assunta  dalla logistica e l’importanza cruciale che le supply chain hanno rivestito durante la pandemia denunciavano la necessità di proteggerle, ottimizzarle e armonizzarle con gli esistenti sistemi aziendali. Il Security Manager emergeva, in questo contesto, come l’esperto delle tecnologie che potevano supportare queste attività.

Oggi, a distanza di più di un anno, posso dire che i Security & Risk Manager sono diventati il primo punto di contatto tra il vendor e l’azienda, e pertanto sono chiamati ad essere sempre aggiornati sulle ultime evoluzioni del mercato e su tematiche chiave come, ad esempio, la cybersecurity o l’Internet of Things, che può essere utilizzato per migliorare la business continuity.

Per farlo, devono far in modo di confrontarsi costantemente con colleghi adibiti ad altre mansioni e appartenenti ad altre funzioni aziendali: solo così potranno avere una visione e una percezione completa del rischio e di ciò che serve per garantire al 100% la security su tutti i livelli.

In questa fase di transizione, in cui ambiti finora considerati a sé stanti stanno confluendo sotto il cappello dell’open innovation , il compito di chi fornisce tecnologia è quello di comprendere le esigenze dei diversi dipartimenti aziendali e di offrire il giusto supporto  attraverso un approccio sempre più consulenziale.

Negli incontri che facciamo costantemente con partner, system integrator, clienti e istituzioni emerge sempre più la centralità di questo concetto e l’importanza di una collaborazione basata da un lato sulle competenze di diverse figure e che può contare dall’altro, su un ampio ventaglio di dispositivi di ultima generazione e di piattaforme intelligenti basate su piattaforme aperte e flessibili.

Guarda questa video intervista pubblicata sul sito de “Il Sole 24 Ore”