Videosorveglianza: è il momento di alzare la voce

La videosorveglianza può essere utilizzata in diversi modi.

Il più immediato è l’osservazione live, in diretta, attraverso il monitoraggio in tempo reale. Tuttavia, forse la modalità più utilizzata al giorno d’oggi è quella “forense”, cioè l’analisi a posteriori delle immagini registrate dalle telecamere che, in caso di incidente, vengono riviste per verificare quanto accaduto, per procedere alle indagini e al riconoscimento delle persone responsabili dell’atto, o eventualmente per correggere le procedure per situazioni future.

La tecnologia di analisi video può svolgere un ruolo importante in entrambe le modalità.

Si tratta di aggiungere un elemento di proattività alle potenzialità delle telecamere, capaci non solo di offrire immagini ma di elaborarle e interpretarle per generare avvisi o allarmi che attivano la risposta agli incidenti. Algoritmi o analitiche sono in grado di trasformare le telecamere in una sorta di guardiano virtuale sempre attento e attivo, in grado di informare il team di sicurezza o i servizi esterni incaricati di intervenire a seconda alle situazioni che si presentano.

Uno degli aspetti più rilevanti delle misure di sicurezza è senza dubbio la capacità deterrente.

Questa è una delle funzioni più importanti della sorveglianza, che oggi viene ancora svolta in modo più efficace da un osservatore umano, piuttosto che da una telecamera.

Ci sono però due ragioni dietro la scelta di eliminare sempre di più le guardie a favore delle telecamere: i costi e le necessità organizzative implicate nel mantenere un servizio di guardiania nella proporzione e nell’intensità con cui utilizziamo oggi le telecamere di sorveglianza.

Cosa rende la guardia un elemento più dissuasivo di un sistema video?

I fattori deterrenti garantiti dalla presenza di una guardia rispetto ad un telecamere sono senza dubbio molti: il primo e più importante di essi è senza dubbio la loro intelligenza, non virtuale, non artificiale e puramente umana, basata sulla formazione e sull’esperienza, capace di analizzare situazioni complesse e di rispondere adeguatamente ad ognuna di esse.

Vi sono poi altri fattori. La fotocamera infatti cattura solo immagini, il guardiano invece aggiunge a queste informazioni quelle sonore: vede e ascolta.

La maggior parte delle nostre telecamere non è in grado di ricevere i suoni e quindi di elaborarli e interpretare la situazione in modo più completo.

Ciò non significa che le telecamere tecnicamente non possano farlo. Il problema è che non sono abilitate a questa funzione: a volte, a causa di limitazioni imposte dalla privacy, a volte per mancanza di lungimiranza, a volte per la mancanza di sistemi di analisi audio, non è nemmeno lontanamente considerato di aggiungere l’audio a queste soluzioni.

Stiamo quindi perdendo una chiara opportunità di aumentare l’efficienza dei nostri sistemi di sorveglianza, per avvicinarli alle prestazioni di una guardia umana.

Ma quanto aumenterebbe l’effetto deterrente del nostro sistema se aggiungessimo microfoni per raccogliere l’audio?

Nell’immediato, molto poco. Il fatto che il nostro sistema di sorveglianza sia in grado di ascoltare e analizzare le informazioni audio non è percepito – talvolta nemmeno immaginato – da coloro che sono ripresi dalle telecamere (malintenzionati e non), quindi non vi è alcun effetto deterrente.

Per avvertire, segnalare o rimproverare le persone sospette o quelle che non rispettano le regole o le procedure alle guardie è sufficiente la semplice presenza, che può essere evidenziata anche semplicemente offrendo un “saluto” alle persone presenti.

Possiamo emulare anche queste capacità? È ovvio che non possiamo replicarli esattamente. Eppure, è possibile far sì che il sistema emetta avvisi, avvertenze, istruzioni, saluti, ecc. in modo automatico. Ciò dimostrerebbe la “presenza” del sistema di sicurezza e di controllo per chi ha intenzioni malvagie o per chi, al contrario, godrebbe di un maggiore senso di sicurezza e di compagnia.

L’idea che proponiamo è quella di utilizzare l’invio di messaggi in modo puntuale, nei luoghi precisi in cui sono utili come risposta a situazioni che si verificano a portata degli altoparlanti.

Non dimentichiamo inoltre che, nei sistemi monitorati in tempo reale, i messaggi possono essere trasmessi dal centro di controllo fornendo un senso di controllo ancora maggiore.

Sarebbe tecnicamente possibile collegare gli altoparlanti alle telecamere, ma queste ultime non hanno la capacità di generare la potenza sonora che sarebbe necessaria per ottenere l’efficienza dei messaggi o per gestire un gruppo di altoparlanti, come potrebbe essere il caso se vogliamo coprire un’area maggiore.

Per questo, Axis propone altoparlanti IP, direttamente collegabili alla rete di dati, già dotati di amplificazione di alimentazione (PoE), equalizzazione e memoria per adempiere perfettamente alle situazioni che stiamo descrivendo.

In una società in cui il gadget di moda è l’assistente virtuale o assistente vocale (Siri, Cortana), a cui parliamo e ci risponde, dovremmo far evolvere i nostri sistemi di sicurezza verso caratteristiche altrettanto interattive e intelligenti.

Si dice che quando Michelangelo finì di scolpire la statua di Mosè, vedendo quanto fosse vicina alla realtà, lo colpì con il martello e gli chiese di parlare con l’espressione  “Parla!” poiché riteneva che fosse tutto ciò di cui mancava per essere veramente umano.

Quindi diciamo al nostro sistema di sorveglianza “Parla!” per renderlo più umano, e in definitiva più intelligente.

 

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